Inchieste
di Andrea Gemma
Ph: web

L’educazione fa parte della nostra vita ed inizia da quando si nasce e non si finisce mai di imparare ad essere educati, anche da vecchi.  Infatti per Educazione si intende generalmente una particolare attività umana che prevede la trasmissione di conoscenze, competenze, abilità, prassi, valori da parte di determinate figure e ruoli, da individui più esperti a soggetti meno esperti o inesperti. I primi educatori sono proprio i genitori, i nonni, gli zii e tutte quelle figure di riferimento che insegnano ad avere un atteggiamento o comportamento che conferiscono un apprendimento dei principi intellettuali e morali, validi a determinati fini, in accordo con le esigenze dell’individuo e della società.

Anche lo Sport è divenuto per tutta la comunità mondiale un valore formativo di educazione per qualsiasi ragazzo. Dopo la Famiglia e la Scuola, lo Sport si consolida al terzo posto nell’educazione e nella crescita di un ragazzo in una società moderna che è in continua evoluzione e sta stravolgendo questi valori.

Ogni settimana si sente di episodi incresciosi accaduti durante le partite di qualsiasi Sport, tra Atleti, Mister e perfino tra genitori di squadre avversarie. Si fa di tutto per insegnare l’educazione ai propri figli ma spesso e volentieri non si dà l’esempio giusto. Gli adulti in primis che con l’errato comportamento destabilizzano i ragazzi portandoli a confondere determinati atteggiamenti.

Prendo spunto dal discorso del Mister che proprio l’altra sera ho avuto l’onore di poter conoscere per aver chiesto informazioni su un ragazzo appena inserito in squadra durante in campionato.

Le parole espresse dal Mister, dette con sincerità, hanno fatto sì che egli guadagnasse la mia stima e considerazione…<<La prima cosa che pretendo dai miei ragazzi è il rispetto e l’educazione con i compagni di squadra. A maggior ragione con gli avversari insieme a tutte le figure che ruotano attorno al mondo del Calcio …..poi viene tutto il resto come l’impegno, la costanza, la presenza agli allenamenti, la motivazione e tutti quei valori che rendono un ragazzo una vera Persona prima di essere atleta.>>

Queste parole hanno riecheggiato nella mente riportandomi indietro nel tempo, precisamente al tempo della categoria dei Pulcini, quando i ragazzi avevano 5/6 anni e dove le varie Società Sportive nei giorni di Open Day, presentavano ai genitori i benefici ed i valori dello Sport:

  • lo sviluppo delle competenze motorie, cognitive ed emotive relazionali;
  • il rafforzamento del rispetto di sé, degli altri e dell’ambiente che lo circonda;
  • la scoperta dei propri limiti e soluzioni per superarli;
  • il confronto con sé e con gli altri;
  • l’allacciare nuovi rapporti di amicizia;
  • il sacrificio e la fatica che portano a raggiungere obbiettivi maggiori;
  • la solidarietà, la lealtà e il rispetto delle regole;
  • l’autonomia, sia la crescita dell’autostima sia fisica ed intellettuale;
  • la conoscenza dell’organizzazione e dei ruoli in squadra;
  • l’agonismo e motivazione.

Il Mister aggiunge: <<Noi siamo anche EDUCATORI e spesso questo compito è delegato dalle Famiglie a noi nello Sport, agli Insegnanti nella Scuola e in molte altre categorie!>>

Spesso e volentieri, ho affiancato Mister e Dirigenti ed essendo a bordo campo, notavo determinati comportamenti non molto consoni di ragazzi nei confronti dei compagni di squadra. Ho fatto presente gli episodi successi anche se poco rilevanti ma, a mio avviso celavano un mondo che pian piano sarebbe emerso con conseguenze inaspettate. La risposta è stata “….ma io devo fare Calcio! Non l’Educatore.”

Sono dell’opinione che determinate figure adulte, in qualsiasi ambito, si identificano sempre come educatore, o volente o dolente e che debbano censurare fermamente e ammonire con efficacia determinati comportamenti irriverenti di Atleti, Mister, o Genitori che siano.

Ma ahimè, questi episodi si stanno verificando sempre più frequentemente in tutti gli ambiti e Sport. Allora dobbiamo riflettere in maniera profonda e trovare soluzioni atte a garantire il RISPETTO dell’avversario o della persona che si ha difronte.

Bisogna puntare e mantenere saldi tutti quei valori che si apprendono da bambini e abbiamo bisogno di mantenerli sempre vivi anche quando i ragazzi crescono. Anche in questo caso, bisogna fare Squadra tra adulti e le varie figure di riferimento. Ognuno deve fare la propria parte a cominciare dalla Famiglia e poi a seguire tutti gli Educatori. Come una sfida alla fune, dove ognuno di noi, con le proprie potenzialità deve tirare nella stessa direzione per far sì che i nostri ragazzi, figli, nipoti vincano sempre come persone, quali futuri cittadini rispettosi e onesti al di là del ruolo che rivestiranno. Questo è il vero significato di Educare, dal latino educěre, «trarre fuori», «tirar fuori ciò che sta dentro».

Infine lascio questo proverbio Africano che recita: “Per educare un bambino ci vuole un intero Villaggio” e quel Villaggio siamo tutti noi ADULTI!

Utopia?….non credo proprio!

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