Commento sul Settore Giovanile
Germano Zerbetto
Frequentando i campi di provincia provo a fare qualche riflessione a voce alta sugli aspetti positivi del calcio giovanile e quelli invece che, secondo me, sono da migliorare; con una doverosa precisazione : mi concentrerò solo su quegli aspetti su cui possono e devono intervenire gli attori del calcio : atleti, allenatori, dirigenti e genitori tralasciando le decisioni di lega e federazione su cui ben poco possiamo fare o decidere.
Primo aspetto che mi colpisce positivamente quando mi reco nei campi di periferia è l’atmosfera gioviale e di disponibilità che si coglie sin dall’arrivo all’impianto sportivo, quando i dirigenti ti accolgono col sorriso e dove l’aspetto ludico e la passione si respirano dal primo all’ultimo degli addetti ai lavori , per capirsi dall’allenatore al magazziniere.
I ragazzi li vedi concentrati, emozionati che non vedono l’ora che inizi la gara per mettersi alla prova e giocare, dopo la settimana di allenamenti, arriva il momento più bello del divertimento.
Un altro aspetto positivo è il ritrovato entusiasmo dei ragazzi di fare gruppo, di allenarsi assieme e di creare quella socialità che post covid temevamo non tornasse . C’è invece voglia di divertirsi giocando a pallone, mettersi in gioco anche grazie alla comunicazione e ai social che si sono evoluti in maniera vertiginosa negli ultimi 2-3 anni con foto, video e articoli che impazzano sul web dei gesti atletici e dei gol dei giovani calciatori .
Quello sui cui c’è invece da lavorare sono i comportamenti e gli atteggiamenti di esasperazione che, soprattutto nel settore giovanile, non dovrebbero esserci e mi riferisco al “bollettino” del giudice sportivo che riepiloga le sanzioni disciplinari a carico dei giovani calciatori. Negli ultimi periodi si leggono squalifiche pesanti riferite a episodi di violenza consumata, falli gravi a pallone lontano, gesti di reazioni scomposte, frasi razziste, offese a giocatori, dirigenti e avversari.
Per risolvere o almeno arginare il fenomeno si deve intervenire a partire dalla società di appartenenza convocando il ragazzo e i genitori , capire le motivazioni che hanno portato a quel determinato comportamento e oltre alla squalifica, nei casi più gravi, avviare il ragazzo a un percorso formativo familiare per identificare e risolvere il problema.
Un altro tema su cui vorrei soffermarmi è il rapporto con l’arbitro. Da ex giacchetta nera, posso dire che questi ragazzi che vanno a dirigere gare del settore giovanile nel week end lo fanno solo ed esclusivamente per passione. Spesso sono minorenni e hanno poca esperienza. Parimenti ai calciatori ci sono arbitri bravi o che lo diventeranno e quelli un po’ meno bravi . Mi rivolgo agli allenatori e dirigenti facendo loro un appello : «Dobbiamo accettare e insegnare la cultura dell’errore come elemento integrante del gioco parimenti a un gol sbagliato da un proprio giocatore cercando di sdrammatizzare la situazione e/o creare un momento di sereno confronto» . Da censurare invece il comportamento di alcuni allenatori e genitori pronti a offendere e a scagliarsi con protervia e arroganza nei confronti del direttore di gara reo di aver preso una decisione secondo loro errata .
Un altro aspetto su cui vorrei soffermarmi è quello della separatezza e rispetto dei ruoli tra genitori e allenatore. Spesso i genitori, più che i ragazzi, criticano le scelte di formazione del mister perché non gioca il proprio figlio piuttosto perché il modulo o le sostituzioni fatte dall’allenatore non sono in linea col loro pensiero e a volte tali critiche vengono esternate in pubblico durante la gara o nei gruppetti di genitori nel pre o post partita . Questi atteggiamenti creano solo attriti e incomprensioni che si riverberano ai propri figli che giocano, mettendoli in difficoltà e creando loro disagi e imbarazzo con i propri compagni di squadra . Mi viene da dire quindi cari genitori incitate i vostri figli, la vostra squadra ma lasciate che l’allenatore faccia le proprie scelte . Ci sarà poi la società che deciderà se un allenatore è in grado di svolgere il proprio compito o meno e farà le proprie scelte .
Un paio di idee per migliorare il clima post gara dei match del settore giovanile che mi vengono in mente sono quelle di istituzionalizzare, nel post partita, un momento conviviale tra le due squadre allargando a tecnici e genitori , una sorta di terzo tempo stile rugby cosi da socializzare e stemperare le tensioni del match.
Un’altra idea è quella di creare una sorta di classifica con i “man of the match” tra i giocatori che hanno partecipato alla gara, con il criterio che ogni mister deve scegliere un giocatore della squadra avversaria che più lo ha impressionato.
![](https://i0.wp.com/www.giovanisport.it/wp-content/uploads/2023/07/FOTO-IN-DIVISA-DA-LAVORO.jpg?resize=100%2C100&ssl=1)
Appassionato di calcio dilettante . In passato ho fatto l’arbitro di calcio raggiungendo l’ambito nazionale dirigendo gare del campionato di Primavera e serie D . Poi mi sono dedicato al calcio dilettante come freelance seguendo le partite di calcio da bordo campo con interviste post partita dalla serie D alla prima categoria . Ho ricoperto il ruolo di responsabile della comunicazione presso le societa’ di Villafranca Veronese, CastelbaldoMasi, Camisano e attualmente Montecchio Maggiore occupandomi di riprese video delle gare , interviste post partita , gestione dei vari canali social (sito web,pagina facebook, instagram,youtube) . Sono entrato con molto entuasiamo nella famiglia di GIOVANIGOL cosi da mettermi alla prova anche con il calcio giovanile con interviste e servizi sulle varie squadre .
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