Giovani in carriera. Intervista a Lucas Belem.
di Roberta Roi.

Al minuto uno non sembra un calciatore, assomiglia di più ad un giovane intellettuale impegnato socialmente. Viso buono e sorriso accattivante è tutto il contrario di un grintoso difensore ma al contrario delle apparenze Lucas Enrique Belem Nacarato si è ormai guadagnato la fiducia del suo mister che dopo due brevi apparizioni ha esordito per una gara intera contro la Casatese, capolista del girone della Serie D, disputando un incontro di gran spessore tecnico.

Lucas è nato a Ribeirão Preto (dalle parti di San Paolo, Brasile) il 7 giugno 2002. Nativo del Gemelli con ascendente Capricorno, conserva dei due segni le caratteristiche salienti: simpatico, amichevole, intelligente, emerge nel gruppo per la briosità del suo carattere e le doti di buon comunicatore nonostante

i tatuaggi di Lucas: mamma Aline e papà Mazinho

una personalità piuttosto sobria e moderata. Nato in una famiglia non ricca, secondo di tre fratelli, Inarah di 19 anni ed Enzo di 10, ha voluto portare con sè l’amore della famiglia facendosi tatuare sul polso i nomi dei genitori.
A scuola eccelleva nelle materie letterarie e il portoghese era la materia più gradita per poter comunicare sentimenti ed emozioni.

Farai il giornalista da grande?
<< si mi piacerebbe poter scrivere cronache, racconti e poesie ma il sogno principale è quello di diventare calciatore professionista…>>

Lucas Belem U15

 

E come calciatore ha iniziato in una scuola calcio di Ribeirão Preto, il Magic Garden, dove a 5 anni si è presentato per il primo giorno da calciatore. A mister Guillelmo che gli chiedeva in quale ruolo giocasse, Lucas conosceva solo il ruolo dove giocava il papà: <<… terzino sinistro …>> rispose e la casualità della risposta segnò invece la sua carriera di calciatore.

Lucas Belem U17

Dalla scuola calcio alla vicina cittadina di Sertãozinho dove partecipa alle giovanili del campionato paulista, dalla U 15 alla U 17 prima di arrivare in Italia ed approdare ad inizio 2020 all’Albaronco di Verona per giocare nella Juniores Regionale (allenatore Simone Daldegà), non molte gare per la questione pandemia ma sufficienti per convincere  Thyago Rodrigo De Souza a proporlo al Sona Calcio appena promosso in serie D. La concorrenza per guadagnarsi un posto nella rosa è folta ma Lucas non si perde d’animo.
Inserito dapprima nella Juniores Nazionali viene prelevato da mister  Marco Tommasoni e inserito in prima squadra dove sta facendo vedere buone cose soprattutto in prospettiva.
Tecnicamente preparato, nei fondamentali è ben impostato, dal controllo di palla al preciso colpo di testa, la falcata è lunga e la visione di gioco è lucida. Dovrà solo migliorare in grinta soprattutto quando si troverà a controllare avversari più cattivi. Nella partita contro la Casatese aveva di fronte i più esperti Pontiggia e Candido ma oltre a controllarli si è permesso anche di fare propulsione in fascia nel rispetto delle indicazioni tattiche di mister Tommasoni.

L’arrivo di Maicon a Fiumicino, oggi

Come giocatore a chi ti ispiri? <<…Messi è il sogno di tutti i calciatori ma per il mio ruolo guardo molto a Robertson del Liverpool; in casa Sona mi piace la tecnica e il gioco tattico di Andrea Boccalari e l’estro tutto brasiliano di Filippo Strada ma per noi giovani, Paolo Dellafiore con tutta la sua esperienza è come un papà, non ci fa mai mancare una parola buona oppure un suggerimento….Maicon? quando arriverà sarà scuola per tutti noi….>>

Al minuto 90 di questa intervista vengono ribaltate tutte le apparenze, oltre l’atteggiamento di un giovane dal carattere mite c’è un atleta guerriero: è giovane, sentiremo parlare molto di lui.

P.S. Dopo la pubblicazione di questa intervista più di qualcuno mi ha chiesto il significato di quei cerchi rossi: semplice. Il cerchio rosso indica la “mano molla” , situazione tipica dei campioni che scaricano le energie dalle mani che non servono per liberarle tutte sulle gambe (e nella mente).

 

Condividi anche tu!