Stress di fine stagione. Istruzioni per l’uso.

E’ il nemico più subdolo, perchè non te ne accorgi mai.  O meglio capisci cos’è quando perdi l’ultima partita utile della stagione, nel modo più incomprensibile e meno spiegabile. Eppure avevo fatto di tutto per prepara i ragazzi per le finali e invece...” chi parla così è uno sconsolato mister di una squadra giovanile sul finir (deludente)  di stagione quando le ultime due-tre gare premiano le squadre più brave (e meno stressate) e i mister più attenti, in grado di individuare il sintomo e porvi rimedio.
Abbiamo chiesto ad alcuni mister del giovanile in questi giorni come affrontano il problema dello stress di fine stagione e le risposte hanno evidenziato che pur essendo consci del problema, questo subdolo avversario, contro il quale non esiste il modulo vincente, viene affrontato in maniera empirica senza una tecnica precisa.
Sull’argomento torneremo ben presto, perchè è di interesse comune. Sicuramente esiste già una discreta bibliografia in merito, ma poco esplorata sul giovanile. E sarà interessante condividere l’esperienze dei mister più esperti del settore.
Per gentile concessione dell’autore (Rodolfo Giurgevich) ho recuperato gli appunti che seguono da un libro in fase di pubblicazione ( Ed. Associazione Giovanigol); il volume presenta le diverse aree critiche di un allenatore di squadra giovanile e fra queste si sono alcune pagine dedicate allo stress sportivo.

dal libro ” Mister se non gioco lo dico alla mamma” di Rodolfo Giurgevich

E’ una vera e propria corsa ad ostacoli quella che porta una squadra di giovani verso la fase finale di un campionato. Prendiamo per esempio alcuni campionati provinciali dove le squadre vendono sottoposte ad una serie di selezioni che hanno il vantaggio di rendere sì emozionanti le diverse fasi del campionato ma che portano inevitabilmente ad una situazione di stress psicologico, con intensità diverse a seconda dell’età dei giovani atleti, delle situazioni familiari e scolastiche e che costringe dei mister ad uno sforzo notevole per mantenere concentrazione e sopratutto serenità dell’atleta….(continua….)
… la categoria juniores è quella più a rischio di stress perchè agli stimoli del mister si aggregano quello della famiglia e dei professori per le imminenti prove di maturità: se da un punto di vista della personalità è indubbio che la doppia situazione preparerà il ragazzo a prove ben più impegnative (prima squadra, lavoro oppure studi universitari) da un altro punto di vista il ragazzo sarà portato a scegliere lo stress più “conveniente” e appagante per lui e non è difficile pensare che il giovane atleta scelga per lo studio e per il tempo libero, fidanzata compresa.
Quindi il primo obiettivo per l’allenatore e magari anche per il responsabile giovanile sarà quello di allegerire il carico di responsabilità e vediamo come…(continua)

Ho alcune case history da portare ad  sia ad esempio negativo sia positivo.
Case History 1: la squadra Bianca si trova al termine del girone di andata con 15 punti di vantaggio sulla seconda e quindi virtualmente vincitrice del primo posto nel campionato. Succedono una serie di eventi, cambio di allenatore (errore del presidente, altro nemico potenziale del mister), una serie di partite perse mentre la seconda si avvicinava sempre più. Si arriva quindi all’ultima giornata di campionato con la squadra Bianca avanti ancora di un punto sulla Rossa. L’ultima gara non nasconde insidie particolari ma il mister non ha tenuto conto del problema stress derivante dalla pressione continua alla concentrazione per evitare di perdere un campionato già vinto. Nell’ultima gara la Bianca va sotto di una rete e tutti si aspettano una reazione da parte degli attaccanti, ma stranamente la reazione non c’è, la squadra si affloscia senza giustificazione e perde la gara più importante della stagione. O meglio una giustificazione c’era ed era lo stress. Intervistati due giocatori a fine gara, con una domanda precisa : ” perchè non avete reagito?…” la risposta è stata univoca,…” non ce la facevo più…” come dire meglio perdere una gara ed essere sollevati dallo stress  che rinunciare al altre cose nella vita.
Mettiamoci nei panni dei ragazzi e facciamo una riflessione: “…ma se i ragazzi non fossero stati stressati, avrebbero reagito o no?…” lascio al lettore la facile risposta.”

Vorrei raccontarvi anche un’altro episodio, questa volta positivo e cioè come un mister abbia condotto la sua squadra serena e concentrata in campo dopo essersi accorto che i ragazzi non reagivano più alla pressione, in chiara condizione di stress psicologico. Ho poco spazio per raccontarvi questo ed altri episodi e del gesto “coraggioso” del mister che con molta intelligenza ha “recuperato” la squadra proprio alla vigilia dell’incontro più importante.
Leggetemi sul volume che uscirà al termine di questa stagione.

 

 

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