Atletica Leggera
Addio a Katia Ruzza
di Pietro Perbellini
Ph: foto Nereo Benussi; foto archivio Hop Step Jump Valeggio
Se n’è andata improvvisamente venerdì 9 maggio e, altrettanto improvvisamente, ha lasciato un vuoto incolmabile nel mondo dell’atletica veronese. Stiamo parlando di Katia Ruzza, 78 anni, figura immancabilmente presente sui campi di gara, con quel suo sguardo sicuro da lady di ferro, la voce autorevole, occhi affilati celati dietro grandi occhiali da sole.
Valeggiana classe 1946, era stata un’atleta dell’ACSI Veronetta, spaziando dai 100m agli 800m, in un periodo storico in cui il “doppio giro” veniva considerato la massima distanza percorribile dalle donne in gara. Risale al 1966 il personale nei 400m di 60”3 e negli 800m di 2’25”8, tempi che oggi fanno sorridere i più, ma se rivisti sotto la lente d’ingrandimento di sessant’anni fa, ne facevano una delle migliori specialiste regionali dell’epoca.

Una giovanissima Katia Ruzza (foto Nereo Benussi)
Nel 1969 ottenne il diploma ISEF, vera e propria pioniera tra le donne, all’Università Cattolica di Milano, ricevendo personalmente i complimenti da un certo Sandro Calvesi, santone di riferimento mondiale nella specialità degli ostacoli. Dopo una parentesi d’insegnamento a Monza, nel 1971 tonò a Valeggio, iniziando una lunga carriera come docente di Educazione Fisica alle Scuole Medie del paese, diventando un punto di riferimento per migliaia di valeggiani. Parallelamente all’impegno scolastico, intraprese l’attività di tecnico di atletica leggera, divenendo una colonna portante della Polisportiva San Paolo Valeggio. Katia andava fiera del suo numero di tessera da allenatrice Fidal, “VR0002”, orgogliosa di quanto fosse insolita, a quei tempi, la figura di un’allenatrice donna.
Dino Farinazzo, suo storico collaboratore e allenatore della plurimedagliata paraolimpica Francesca Porcellato, ci racconta l’importanza che la Ruzza ha avuto per lo sport valeggiano: « Inizialmente la Polisportiva San Paolo non comprendeva l’atletica leggera; è grazie a Katia che questa disciplina ha iniziato a diffondersi in paese. Lavorando come insegnante, faceva da ponte tra la scuola e la polisportiva, reclutando negli anni centinaia di ragazzi e promuovendo lo sport in maniera viscerale.» Farinazzo ricorda orgogliosamente le battaglie vinte per migliorare la situazione sportiva a Valeggio, a cominciare dalla costruzione della pista di atletica in rubcor, inizialmente a quattro corsie, poi con l’aggiunta di altre due. Negli anni recenti, Katia ha avuto un ruolo primario nel consentire il rifacimento del manto ormai usurato. Un’altra grande vittoria è stata l’edificazione del Palazzetto dello Sport, che ha permesso di diffondere ulteriormente l’attività fisica all’interno della comunità. Non vanno poi dimenticati gli sforzi profusi per allestire la fase comunale dei Giochi della Gioventù e, infine, l’organizzazione a Valeggio del ‘Trofeo Provveditore’, incontro sportivo a cadenza annuale tra varie rappresentative del territorio. «Lei era una vera appassionata e come tale vedeva le cose come vanno viste, in modo da farle funzionare correttamente e renderle utili a tutti i praticanti.»

In secondo piano, in maglia gialla, Katia Ruzza osserva la partenza di una sua giovane atleta
Attraverso il reclutamento scolastico, ha scoperto numerosi talenti sportivi, specialmente nell’atletica leggera. La saltatrice in alto Luisa Cressoni, tre volte campionessa italiana nelle categorie giovanili e detentrice di un record personale di 1,78m ottenuto nel 1978, è stata il gioiellino che le ha dato maggiori soddisfazioni come allenatrice. «Katia era la mia insegnante di ginnastica e, avendo intuito le mie doti da saltatrice, ha fatto di tutto per portarmi al campo. A me inizialmente non piaceva l’atletica, ma lei, ostinatamente, arrivò a venire a prendermi a casa pur di portarmi ad allenamento. Alla fine ebbe ragione: le prime vittorie arrivarono in fretta e io iniziai ad appassionarmi alla disciplina.» A Luisa abbiamo chiesto com’era la Ruzza come allenatrice: «Era severa ma sapeva anche essere un’amica. Mi confidavo più con lei che con mia mamma. E poi ti trasmetteva l’entusiasmo di chi vive per lo sport.»

Katia, seduta in basso a destra, con le giovani atlete del CSI Valeggio negli anni ’70. La saltatrice Luisa Cressoni è sdraiata in primo piano
Altra sua scoperta è stata Valeria Marconi, 1,83m di personale nel salto in alto e oggi tecnico della Hop Step Jump Valeggio. «Katia usava la scuola per reclutare giovani atleti. Ci faceva provare tutti gli sport, ma in particolare l’atletica perché lo riteneva il più completo. Fu così che intuì il mio potenziale come saltatrice.» Anche da Valeria abbiamo voluto sapere com’era la Ruzza allenatrice: «Rigida ma molto rispettosa del lato umano del proprio atleta. Non ti faceva pesare un cattivo risultato. Lei amava allenare, specialmente le categorie giovanili.»
Fabio Vantaggiato, dirigente della Hop Step Jump Valeggio, squadra in cui nell’ultimo anno era approdata Katia come tecnico, la ricorda così:« Aveva un carattere forte, cosa che spesso era motivo di confronto, però è proprio quel carattere determinato che le ha permesso di vincere le numerose battaglie per diffondere lo sport a Valeggio e in provincia di Verona»
Molti i messaggi di cordoglio da parte di atleti, allenatori e dirigenti veronesi. Lo sgomento è acutizzato dal fatto che martedì 6 maggio, tre giorni prima della scomparsa, era presente al campo Consolini in occasione dei Campionati provinciali studenteschi.
Augurandoci che possa continuare la sua attività da allenatrice sui campi di gara celesti, nel frattempo ci teniamo stretto quanto di buono ha costruito nei suoi intensi anni di vita terrena, affinché sia da esempio per le future generazioni di tecnici e dirigenti sportivi. Grazie di tutto Katia.

Pietro Perbellini, è nato a Verona il 28/8/1984. Residente a San Giovanni Lupatoto. pietroperbellini@alice.it
Come atleta è stato specialista di decathlon e lancio del giavellotto. Scrive principalmente cronache e interviste sull’atletica leggera.
Ha scelto Giovanisport per conseguire l’Iscrizione all’Ordine dei Giornalisti.
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