Intervista a Renato Cengia
Illasi
di Mattia Tregnago
Novanta candeline da spegnere il prossimo 1 Giugno, una vita impegnata con grande dedizione nel mondo dell’imprenditoria, della politica, dello sport, con spiccata e contraddistinta sincerità, oltre allo smisurato amore per il culto del lavoro iniettatogli da quella società che gli ha dato i natali: Renato Cengia, illasiano doc, è stato ed è tutt’oggi anche questo, un uomo cresciuto a suon di sani principi e infiniti tornei sull’improvvisato campo in ciottolato della piazza di paese. Abbiamo avuto l’immensa fortuna di poterlo conoscere e incontrare per scambiare una chiacchierata circa il suo lungo operato in ogni campo della vita; teatro di quest’incontro unico nel suo genere è stata la sala riunioni del comunale “Venturi”, luogo di trasmissione sportiva storica nel calcio biancoazzurro.
Rievocando i primi ricordi legati al mondo del pallone, esordisce così Renato Cengia, da poco dimissionario nel ruolo di presidente del Calcio Illasi e avvicendato da Giorgio Baldo: “Ho iniziato a giocare a calcio nel 1948, avevo quattordici anni, facevamo dei tornei in piazza davanti al municipio con tutti i ragazzi del paese, giocavamo sul ghiaione il sabato pomeriggio. Eravamo quattro squadre che però prima di giocare erano obbligate dal parroco a seguire le funzioni religiose. Solo dopo avevamo l’autorizzazione a mettere le due porte. Ricordo tantissime cose di questo periodo, impossibile dimenticare i primi passi nel calcio”.
Squadra schierata nel piazzale d’Illasi per i tornei del Sabato pomeriggio
Dopo una giovinezza passata nel proprio paese tra un calcio e l’altro, Cengia decide di intraprendere una nuova avventura cittadina, in ambito lavorativo, decisione che gli costerà immensi sacrifici fin dalla gioventù: “A quindici anni ho iniziato a lavorare presso l’Impresa Ferrari a Verona dove sono rimasto per ben dodici anni. A vent’anni pensai di andare a scuola di capomastro, alle “Stimmate”. Facevo la scuola serale dalle sei alle otto, l’ultimo treno da Porta Vescovo partiva alle 19:20. Per tre anni andavo da Illasi a Caldiero in bicicletta, salivo sul treno giunto da Venezia per andare a Verona. Andavo a lavorare, poi a scuola e infine tornavo con il treno dal Brennero alle 22:10, e sceso a Caldiero riprendevo la bici per tornare a casa. È costato grossi sacrifici, avevo solamente vent’anni, con la buona volontà poi ho visto i risultati”.
Dopo il grande impegno negli studi e le prime mansioni come manovale all’impresa Ferrari, Renato Cengia, con la grande ponderazione che lo distingue, compie una decisione temeraria ma, a conti fatti, proficua, tale da mettere in difficoltà i datori di lavoro che corteggiavano un lavoratore di tale dedizione: “Nel 1962 m’inventai di fare l’impresario iniziando un’avventura duratura, così comprai la prima betoniera firmando venticinque cambiali (250 mila lire, ndr) aprendo l’Impresa Cengia. Il mio sogno era quello di lavorare per conto mio, nei dodici anni a Ferrari mi alzarono di grado, diventai capocantiere, capirono le mie capacità. Ebbi il coraggio di parlare con l’impresa, loro non volevano lasciarmi, era un problema lasciare un cantiere che avevo già aperto. Da quel 4 Aprile del ‘62 l’Impresa Cengia non si è mai fermata.”
Passando all’ambito sportivo, Renato Cengia non ha mai avuto la possibilità di calcare ufficialmente i campi dell’Illasi come calciatore biancoazzurro, in quanto la Società è stata fondata nel 1966. In compenso, particolarmente significativa è stata la sua presenza fin dagli albori come dirigente, spesso vicepresidente, ma soprattutto sponsor proficuo per la società. Renato Cengia ha vestito la carica di Presidente illasiano per ben due mandati, dal 1991 al 1993, e dal 2012 al 2024. Circa il primo mandato, Cengia ricorda così l’avvicendamento nel ruolo di capo della società: “Purtroppo nel 1991 nessuno voleva prendere in mano la società, l’anno prima ero vicepresidente con Bellomi, decisi di farmi avanti. Naturalmente è stata un’esperienza bella e positiva, gradevole stare assieme ai giovani, poi il secondo anno mi affiancò Lucia che nel 1993 subentrò al posto mio, lui ci teneva molto al ruolo, fra l’altro sosteneva economicamente il club, mentre io ero preso dagli impegni lavorativi.” I ricordi del presidente sono legati anche ai risultati sportivi di quel periodo “Retrocedemmo nel 1992, poi nel 1998 ritornammo in Prima Categoria, non ero più presidente ma comunque sempre presente in rappresentanza della mia azienda.”
Dopo un lungo periodo focalizzato sull’impegno lavorativo, pur restando cooperativo dietro le quinte nel sostentamento del Calcio Illasi, nel 2012 Renato Cengia riprende il ruolo di presidente rinnovando l’organico societario ed evidenziando un problema non riscontrato nel primo mandato personale: “Ho passato momenti positivi ma anche periodi difficili, a mio avviso il problema è che negli ultimi anni la passione era diminuita, i calciatori venivano al campo solo perché pagati, una volta si arrivava al campo trasportati dalla passione. Un calciatore capace deve essere pagato, perciò le società riscontrano spesso problemi economici. Anche qui ad Illasi abbiamo passato momenti complicati: quando il dottor Vincenti (dirigente, responsabile dell’area giovanile, ndr) mi chiamava, avendo un carattere sensibile non dormivo la notte, e pensavo a chi me l’ha fatto fare di cimentarmi nel mondo del calcio ad ottant’anni e più. Nessuno però voleva fare il presidente, e così fino a poco fa sono rimasto io”. Cercando di capire il motivo per cui nessuno al giorno d’oggi vuole fare il presidente, Renato Cengia è cinico: “ Poca passione e non credono nel proprio ruolo”.
Durante gli ultimi anni, sotto la guida dell’impresario Cengia, si è verificato un ritorno di giovani in società dopo anni di evidente flessione dal punto di vista emotivo: “Si è verificata questa crescita di ragazzi, ma fino a qualche anno fa il paese era coinvolto pochissimo, interessato poco alla società, anche per questo alle gare c’era pochissimo pubblico. L’incremento di giovani, secondo me, ha incentivato anche l’arrivo di nuove figure anche esterne alla società”. Sempre sotto l’attenta guida di Cengia, nel 2015 l’Illasi ha operato un importante rinnovamento alla principale struttura sportiva del paese, il Comunale “Venturi”, migliorando l’ingresso, ridipingendo le pareti esterne e costruendo una nuova zona ristoro, grazie anche ad un deciso contributo pratico da parte di tesserati, genitori e collaboratori vari. Nel corso di quest’anno, inoltre, l’ultima opera attuata da Cengia presidente è stato il rinnovamento del manto erboso. Per Renato Cengia però, un lavoro certosino è stato fatto a livello giovanile: “Il settore giovanile mi appassiona molto, l’arrivo qui a Illasi del dottor Vincenti ( 2016 ndr) ha dato un importante incremento al settore. È una persona disponibile, appassionata, ha organizzato una serie di tornei vanto della nostra società, sia dal punto di vista emozionale, sia dal punto di vista economico dove abbiamo avuto un buon ritorno.”
Tommaso Vincenti e Renato Cengia
Visti i diversi settori in cui Cengia ha operato nel corso dei decenni, doveroso enunciare qualche meritato titolo: per otto anni vicepresidente del collegio Costruttori, per oltre un trentennio all’interno del Consiglio Comunale d’Illasi, fondatore di un’azienda che, dal 1962 ad oggi, ha saputo ritagliarsi un significativo ruolo all’interno del contesto industriale regionale ma anche nazionale, con un fatturato che ha raggiunto i 7 milioni di euro nel 2011; a livello sportivo nel 2020 il Coni ha consegnato al presidente illasiano una targa in onore del lungo impiego come dirigente nello sport locale. Per vent’anni capomastro della Cooperativa Edilizia e, nel 2017, è stato nominato Cavaliere della Repubblica Italiana da Sergio Mattarella (come testimoniato qui affianco). Renato Cengia è particolarmente legato a queste ultime due onorificenze ed incarichi: “ È stata una grandissima soddisfazione essere capomastro, perché ripensandoci sono passato da manovale, poi muratore alle dipendenze di un’impresa, e infine diciotto anni nel collegio costruttori diventandone poi presidente. Una grandissima soddisfazione considerando che fin da piccolo sognavo di entrare in questo consiglio di costruttori guardando gli impresari che già stavano dentro. Infatti ora ho incoraggiato Alberto, uno dei miei tre figli presi dalla gestione dell’Impresa, affinché possa approcciarsi al mondo edilizio. La gavetta mi ha condotto al successo”.
Nonostante l’età avanzata Renato Cengia non rinuncia a immolarsi attivamente per tutte quelle cause che, nel corso della vita, l’hanno visto fermamente impegnato; tutt’oggi partecipa attivamente alle decisioni burocratiche della società Illasi, limandone i rapporti con le autorità pubbliche, e senza rinunciare ad occuparsi a quella devozione di vita, l’imprenditoria, che tutt’oggi muove il cuore dell’imprenditore Illasiano: “Non riesco a smettere, mi piace sostenere i miei figli, infatti due volte a settimana vado agli uffici per confrontarmi e qualche volta mi dirigo a controllare i cantieri. L’impresa è una mia creatura”
Durante la piacevole e entusiasmante chiacchierata con Renato Cengia, non è di certo passato inosservato un datato quadro posizionato all’interno della sala biancoazzurra raffigurante il presidente Renato Cengia assieme a Diego Armando Maradona, ai tempi calciatore del Barcellona. L’ex patron biancoazzurro ricorda così quell’incontro: “Abbiamo fatto un viaggio con il Collegio Costruttori, che ogni anno organizzava un’uscita all’estero. Quell’anno andammo in Spagna e, durante una cena in un ristorante del posto, è entrato nel locale Maradona. Quando vidi questi due atleti gli chiesi di regalarmi uno scatto, bellissimo ricordo di quell’età d’oro per Maradona. Viaggiare è stata un’altra delle mie vocazioni, ho potuto girare il mondo”.
L’incontro tra Cengia ( in piedi a destra) e Diego Armando Maradona
Tornando al presente, Renato Cengia, persona lungimirante e soprattutto schietta e sincera nei giudizi, analizza velocemente l’attuale stagione della prima squadra biancoazzurra: “Abbiamo una compagine giovane e vivace, buon ossigeno per questo gruppo che coinvolge il tifo del paese. Sono soddisfatto anche del fatto che, in prima squadra, ci siano diversi giovani illasiani cresciuti nelle nostre giovanili. A livello di risultati mi fa piacere l’ottimo posizionamento in classifica, però personalmente non spingerei per il salto di categoria, risalire subito potrebbe significare faticare molto il prossimo anno, anche perchè gli ultimi due anni in Prima Categoria sono stati deludenti”.
La personalità tanto semplice quanto dinamica e visionaria, permette a Renato Cengia di arricchire quest’intervista con una sostenuta analisi sulla situazione del calcio giovanile ai giorni d’oggi, riprendendo la tesi sostenuta quando si è avvicendato al secondo mandato da presidente: “Ci tenevo tanto che uno dei miei ragazzi facesse strada nel calcio, ora c’è mio nipote Francesco negli Juniores, al giorno d’oggi però secondo me i giovani hanno troppo benessere, non sono più spinti a giocare nella società del paese per passione, trasmettono poca grinta sul campo. Moltissimi giovani potrebbero frequentare attivamente l’attività sportiva, però spesso sono distratti da telefoni e quant’altro, sulla televisione trovano il calcio già pronto e non sono spronati al sacrificio”. Nonostante una lunga vita sui campi, l’impresario non porta rancore e nemmeno rimpianti, solo qualche sassolino dalla scarpa: “Sarebbe stato fantastico portare la squadra in Promozione, ci è arrivata ma non sotto la mia guida da presidente. Piuttosto mi rammarico del fatto che l’amministrazione comunale negli ultimi anni sia diventata meno sensibile, anche perché ad una società di calcio servono contributi ad ampio raggio; probabilmente sarà un periodo complicato anche per loro”.
Persona disponibile ma anche riconoscente verso coloro che si immolano per la causa, Renato Cengia chiude definitivamente il proprio mandato sportivo da presidente con un sentito messaggio verso i protagonisti della società: “Ringrazio tutti i dirigenti, le famiglie dei genitori che si sono da sempre impegnate per migliorare la società, e ringrazio i fratelli Baldo, miniera dell’Illasi, sempre disponibili e impegnati nella parte pratica della società. A Bruno Baldo, nuovo presidente, auguro le migliori fortune a livello di risultati sia per le giovanili, nel crescere i talenti casalinghi, sia per la prima squadra, sempre che il prossimo anno non si debba nuovamente soffrire per mantenere la categoria”.
Una persona sensibile, aperta nell’ascoltare le opinioni altrui e allo stesso tempo mai rinunciataria nell’esporre il proprio pensiero. Un ragazzo, trasferitosi all’età di due anni, cresciuto tra una pallonata nella piazza sassosa di Illasi e lunghe biciclettate per coltivare un sogno, l’edilizia in proprio, divenuta poi solida realtà del mondo industriale Italiano. Un binomio composto da tanta passione e una buona disponibilità economica, han permesso a Cengia di inserirsi nelle dinamiche sportive e contribuire con la propria presenza al pieno sviluppo di una società, il Calcio Illasi, alla quale si sente tutt’oggi legato. E non importa se sotto la propria presidenza la prima squadra biancoazzurra non sia mai riuscita a raccogliere risultati numericamente soddisfacenti, perché per Renato Cengia il risultato conta, sì, ma vale maggiormente quella forza che dovrebbe spingere ancora oggi i giovani calciatori a calcare il campo da calcio con la fame che egli stesso trasmetteva in età giovanile, sospinto dalla voglia di emergere e riempire il proprio bagaglio di soddisfazioni: quella forza si chiama passione, e ne siamo certi che in Renato Cengia non si spegnerà mai.
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