È ufficiale, da qualche ora, la collaborazione tra Montorio FC e IILEVEN. Il progetto, presentato il mese scorso nella nuovissima sala stampa della sede biancoverdenera, darà vita ad un’innovativa Scuola Portieri professionistica che proprio all’impianto di via dei Cedri troverà la sua «casa base». Così definito, il centro montoriese, da Federico Da Vià, ex-portiere di scuola Hellas Verona e fondatore di IILEVEN. Il brand nasce nel 2016 dalla necessità di Federico di coniugare le due più grandi passioni: quella per il design di abbigliamento sportivo e quella per il ruolo di estremo difensore. «Il progetto» dichiara lo stesso «è nato quasi per gioco ma fin da subito l’ambizione era quella di creare qualcosa di unico e che potesse distinguersi nel mercato dei guanti da portiere». Ambizioni e sforzi ripagati, il marchio esordisce in Serie A nel 2021 con Mattia Perin e Alberto Paleari (il secondo, portiere del Benevento, è anche parte attiva del progetto), e, con Camelia Ceasar a difesa dei pali giallorossi, conquista il tricolore femminile. Un seguito caloroso, un’espansione capillare che, sui vari canali social, raggiunge oltre 300.000 aficionados, condividendo l’identità del progetto e pubblicizzando un prodotto di alta qualità: «i social sono il veicolo dei nostri valori, sui quali si fonda il nostro brand; gioia, dedizione, spirito di squadra, condivisione, onestà e salute sono i cardini, non solo del ruolo del portiere ma dello sport in generale […] Io disegno ancora oggi personalmente tutti i guanti di IILEVEN. La particolarità del guanto è data dal design originale e la ricerca di soluzioni innovative, sia estetiche che funzionali in modo da creare un prodotto che si distingua». 

La mission però, non è soltanto quella di raccontare il ruolo del portiere ma bensì anche di “crearlo” andando così a sopperire ad un mancanza di cui ancora tante società dilettantistiche soffrono, la poca presenza di preparatori portieri nelle annate giovanili: «il capo saldo del nostro progetto formativo è quello di venire incontro alle esigenze reali di una squadra dilettantistica, quello di avere dei preparatori di portieri professionisti con i quali allestire un percorso didattico e perciò una crescita. L’idea è quella di creare dei portieri evoluti ma soprattutto degli atleti. Si parte lavorando sulle abilità coordinative di base con i giovanissimi, poi progressivamente il lavoro viene adattato all’età introducendo quello che il metodo di oggi richiede: lavorare sempre più in situazione, andando a riprodurre fedelmente le circostanze che i giovani portieri ritroveranno in gara. Fondamentale è anche aiutarli nella capacità di decisione in breve tempo e di presa di responsabilità, caratteristiche che il ruolo richiede».

Quella con il Montorio è una collaborazione che soddisfa le necessità di entrambe le parti. IILEVEN trova, come anticipato, una “casa base” dove sviluppare il proprio progetto di scuola portieri privata e, allo stesso tempo, mette a disposizione dei giovani “uno” biancoverdeneri un servizio di inestimabile valore: «noi vorremmo che Montorio diventasse un polo per i portieri nel veronese volenterosi di approfondire e migliorare le loro abilità specifiche. L’altro obiettivo di questa collaborazione è quello di fare un lavoro per sviluppare tutto il settore giovanile della società, in modo da creare una linea guida per gli allenamenti e la crescita dei portieri ma anche cercare, con un lavoro che si svilupperà negli anni, di creare “numeri uno” sempre più pronti alle esigenze della Prima Squadra»

Federico Da Vià, Valerio Filippi di IILEVEN (ai lati) e Federico Biasia del Montorio (centro)

Questo può essere un progetto dal potenziale infinito. Quello del portiere, come sostiene Federico, è un ruolo che richiede «più allenamento rispetto ai compagni» e, nelle pieghe di un calcio sempre più “moderno” (a partire già dalle annate del giovanile), un percorso di allenamenti specializzato per “numeri uno” può giovare ad un intero organico. Per fare un esempio: “Il portiere deve saper parare”, e questo è certo, ma l’estremo difensore, ironicamente, si trova sempre più coinvolto anche nella manovra offensiva e, avere un “estremo offensore” dai piedi del quale parte un’azione ben impostata, può di certo migliorare le prestazioni di un collettivo. Le premesse sono incoraggianti, la qualità del lavoro ed il divertimento assicurati (vedere i canali di IILEVEN per credere), ora non resta che “tuffarsi” (non a caso) nella prossima stagione. 

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