La regola dei Giovani Calciatori nelle squadre dilettantistiche del Veneto: Novità e impatti per la stagione 2024/2025

Nel calcio dilettantistico della regione Veneto, per la stagione 2024/2025 le composizioni delle squadre si basano su una normativa volta a garantire l’inserimento dei giovani talenti in modo più strutturato, offrendo loro in teoria una maggiorie opportunità di crescita e direi di visibilità.

La regola dei “giovani obbligatori” è stata introdotta dalla Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC) e applicata a livello regionale, con l’obiettivo di valorizzare i vivai locali. Questa regola prevede che le squadre dilettantistiche debbano schierare un numero minimo di giocatori sotto una determinata età durante le partite ufficiali.

Lo scopo è dare ai giovani promettenti calciatori la possibilità di confrontarsi con un calcio più competitivo rispetto a quello giovanile dove militano di base, accelerando la maturazione tecnica e di tattica. Allo stesso tempo questa regola dovrebbe incentivare le società sportive a credere di più nel settore giovanile.

Ma vediamo le novità per la Stagione 2024/2025
Categorie Interessate:

In primis si applica a tutte le principali categorie dilettantistiche della regione, comprese l’Eccellenza, la Promozione, la Prima Categoria e la Seconda Categoria. Anche la Terza Categoria potrebbe prevedere agevolazioni per le squadre che schierano giocatori giovani, anche se con regolamenti meno stringenti.

Numero di giocatori giovani obbligatori nel campionato Veneto:
In “Eccellenza”, le squadre sono obbligate a schierare tre giovani giocatori nati dal 2005 in poi per tutta la durata della partita. Di questi, almeno uno deve essere del 2006 o successivo.

In “Promozione”, il requisito è di due giocatori nati dal 2004 in poi, con la possibilità di schierare anche un terzo giocatore di età inferiore a 21 anni come bonus.

In “Prima e Seconda Categoria”, la regola richiede di schierare due giovani, con maggiore flessibilità nell’età, anche se in genere si richiede di avere almeno un giocatore under 21 e un under 19.

Il mancato rispetto di queste regole comporta sanzioni, che vanno dalla perdita di punti in classifica alla sconfitta a tavolino per la partita in cui la regola non è stata rispettata. Sono previste deroghe solo in casi particolari, come infortuni improvvisi durante la partita, purché sia dimostrata l’impossibilità di rispettare la norma.

Il principale beneficio e obiettivo è l’incremento delle opportunità per i giovani calciatori di mettersi in mostra in contesti competitivi. Questi giocatori, spesso sono appena usciti dai campionati giovanili e militano nella Juniores di appartenenza ed hanno ora l’opportunità di giocare regolarmente in prima squadra.

Secondo vari studi psicoattitudinali, questa possibilità di confrontarsi con i grandi accelera la loro crescita non solo come giocatori, ma anche come persone grazie alla necessità di dover gestire le pressioni e le responsabilità.

Sempre secondo i vari studi uno degli aspetti negativi di questa normativa è il rischio di sovraccaricare i giovani proprio con l’eccessiva responsabilità che per alcuni potrebbe essere troppo presto. Non tutti i giocatori, infatti, sono pronti a gestire la pressione di giocare regolarmente in un campionato dilettantistico dove la competizione e ben più alta.

Società meglio o più strutturate hanno adottato programmi di supporto psicologico e di coaching personalizzato, cercando di accompagnare i giovani nella transizione tra calcio giovanile e dilettantistico in modo più graduale. Ovviamente non tutte le società possono avvalersi o permettersi di avere un Mental Coach in seno al proprio organico, e dunque anche gli allenatori e preparatori atletici devono cercare di “crescere” dal punto di vista psicoattitudinale e non solo prettamente a livello tecnico tattico.

Per gli allenatori ed i dirigenti delle società, la regola rappresenta una sfida perché le squadre sono costrette a integrare i giovani nel loro piano tattico, in modo che possano contribuire alla competitività della propria squadra. Ciò richiede un maggiore investimento in scouting del settore giovanile e nella propria formazione giovanile interna.
In ogni caso, è chiaro che la promozione dei giovani calciatori in prima squadra rimane una priorità per il nostro calcio dilettantistico.

Guardando al futuro ci si aspetta possibili aggiustamenti della norma per trovare un equilibrio tra sviluppo giovanile e competitività.
A tal riguardo e sempre bene tenersi informati sul sito della Lega Nazionale Dilettanti (LND) della propria regione.

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