Ginnastica Ritmica
testo e foto di Elisa Tisato 

La carriera di una ginnasta di ritmica inizia in tenera età 4/5 anni sotto forma di gioco/sport per poi proseguire, se si vuole, già a 8 anni in agonismo con gare e competizioni vere e proprie. È uno sport che valorizza l’eleganza, l’armoniosità e l’elasticità delle atlete e richiede notevoli doti fisiche.

Le caratteristiche fisiche e l’eleganza naturale e innata delle ginnaste aiutano ma non bastano per raggiungere alti livelli in questo sport e per questo gli allenamenti in palestra richiedono molte ore. In proporzione allo sviluppo, al livello raggiunto e all’età delle atlete e degli atleti (al pari della danza la ginnastica ritmica è praticata anche da maschi anche se in Italia ancora in piccola parte), le ore di allenamento arrivano anche a 8/9 per 6/7 giorni a settimana.

Saper padroneggiare ogni segmento del proprio corpo, ottenere un buon maneggio degli attrezzi (palla, nastro, clavette, cerchio e fune), avere una buona coordinazione in un corpo atletico, prestante, sinuoso, elastico e agile non è semplice. La perfezione dei gesti è importantissima per raggiungere buoni risultati. Dagli anni ‘80 ad oggi la ginnastica ritmica si è evoluta parecchio e rivedere i video degli esercizi delle ginnaste campionesse olimpiche di allora e di adesso sbalordisce e potrebbe far sorridere per le notevoli differenze. Come in tutti gli sport le tecniche di allenamento sono migliorate, le difficoltà e i rischi aumentate, la composizione degli esercizi cambiata, sono stati introdotti nuovi elementi come il salto inventato da Alexandra Agiurgiuculese (salto AG) o il giro Raffaeli, inventato ed eseguito per la prima volta dalla stessa Sofia. Le musiche hanno ritmi più veloci e i materiali degli attrezzi sono più prestanti. Ogni 4 anni alla fine di ogni quadriennio olimpico vengono aggiornati i codici dei punteggi (il regolamento che codifica tutti i movimenti, le musiche, la durata degli esercizi e come devono essere i body). Un regolamento complesso ed elaborato che assegna un punteggio suddiviso in due parti (3 per alcune categorie con il valore Artistico), esecuzione (E) e difficoltà (D). Il punteggio di esecuzione parte da 10 punti e i giudici sottraggono i punti o decimi in base ad errori o imperfezioni tecniche o artistiche. Quello di difficoltà si ottiene aggiungendo il valore di ogni elemento eseguito correttamente dalla ginnasta.

Il fattore emotivo, la tensione della gara, l’autostima e saper accettare gli errori senza condizionare il resto dell’esercizio sono situazioni non facili da affrontare. Ogni atleta deve lavorare su se stessa per riuscire a gestire al meglio le difficoltà, aiutata e supportata da tutto lo staff tecnico, allenatrici/ori, compagne di squadra, famiglia e amici. A 20 anni, spesso anche a 16/18, generalmente la carriera di una ginnasta termina (fatta eccezione per l’atleta di alto livello) per aprire le porte a un’infinità di altri sport e non solo. L’ex ginnasta si trova ad avere buona coordinazione, agilità, scatto, muscolatura longilinea, senso del ritmo e abilità acquisite fin da piccola, utili per tante altre discipline che si possono praticare fino a tarda età.

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