Redazionale
Appendice al 6° Corso di Comunicazione
di Rodolfo Giurgevich
È una leggenda che fumare marijuana possa promuovere la creatività personale: questo mito nasce dal fatto che molte persone nel mondo dell’arte, dello spettacolo e dello sport sono state o continuano ad esserne utenti fedeli: la storia assurda secondo la quale fumare marijuana (o altro) assista e migliori la creatività non ha alcun fondamento.
Le prove disponibili indicano che fumare marijuana influenzano al minimo la creatività, io devo dire addirittura zero e spiego perché.
In una recente analisi, condotta su oltre quattrocento soggetti, i risultati della quale hanno dimostrato che non c’era differenza creativa tra i partecipanti che hanno risposto al test sotto l’influenza della cannabis, rispetto a quelli che erano sobri al momento del test. Il risultato più significativo della ricerca ha fatto emergere che le persone sotto l’influenza della marijuana tendono a sopravvalutare le proprie idee. In altre parole, “sentono” di essere più creativi, anche senza esserlo. Questo ci dà anche indizi per capire perché così tante persone si impegnano in attività creative e attribuiscono le loro abilità all’uso di marijuana (o altro), senza rendersi conto che lo stato d’animo positivo che la cannabis promuove nella maggior parte delle persone è solo un punto di partenza importante per essere più creativi.
Come ho spiegato nei recenti corsi di Comunicazione, per essere creativi doc sono necessari essenzialmente quattro fattori situazionali:
1 – stato d’animo positivo “naturale e non dopato”, orientato al rispetto altrui e all’ottimismo in generale.
2 – orientare la produzione creativa al nuovo evitando quindi emulazioni
3 – evitare stati d’animo negativi di qualsiasi tipo, invidia, odio ed altri.
4 – autocritica (in quantità esagerata)
Nell’ultimo Corso di Comunicazione ho presentato alcune tecniche, mentre nel libro “fare squadra” ho approfondito come realizzare proficuamente un “momento creativo” per evitare banalità, pericolo unico in tentativi mal riusciti nell’emulare quelli più bravi di noi.
Per concludere, la marijuana può essere utile per produrre banalità non certamente creatività pura, per la quale servono intelligenza creativa, capacità di sintesi con la quale “pescare” nell’hard disk personale ed infine una quantità esagerata di autocritica, fase finale per essere sicuri aver dato alla luce qualcosa di valore.
Quest’ultima, l’autocritica, a braccetto con la marijuana proprio non ci va, la quale marijuana tende ad accrescere senza motivo l’autostima (non la creatività) e la produzione di banalità.
Fondatore dell’Associazione Giovanisport Aps, è Direttore Responsabile della testata giornalistica Giovanisport. Nato a Copparo (Fe) il 3.2.1948, si occupa di cronache, commenti, interviste ed inchieste riguardanti lo sport giovanile. Giornalista da venticinque anni, condivide con i Reporter la mission dell’Associazione ovvero il divulgare la cultura e gli aspetti morali dello sport giovanile per dare merito a quanti correttamente interagiscono: giovani atleti, genitori, arbitri, tecnici e dirigenti sportivi. E’ tutor volontario (non retribuito) per assistere gli aspiranti giornalisti fino al raggiungimento dell’Iscrizione all’Albo dei Giornalisti.
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