Campo “antistadio Guido Tavellin” Verona 01.06.2025 ore 17:00
Finale Coppa Sacchetti under 15 Verona girone F1
di Enrico Spagnolo
Sotto il primo vero sole estivo, sul sintetico dell’affascinante Tavellin, ai piedi dello stadio Bentegodi il Bovolone di mister Olivieri si porta a casa la coppa Barbara Sacchetti. Persona solare che gestiva il circolo bar del centro sportivo Adolfo Consolini di Costermano, assieme al marito, strappata alla vita a soli trentacinque anni in un incidente stradale e ricordata ogni anno da familiari e amici con l’istituzione di un vissutissimo torneo calcistico.
BOVOLONE – OPPEANO (1-0) 1-0
BOVOLONE: Marcantonio, Tosato (dal 1’st Fagnani), Guarnieri (dal 15’st Ciocchetta), Zanoncello P, Franceschini, Tarocco, Zanoncello R (dal 25’st Martorana), Bardellini, Di Conza (dal 21’st Simondi), Rossi (dal 19’st Bersan), Mecchi (dal 35’st Da Como). A disposizione Lanza.
Allenatore: Maurizio G Olivieri con Simone Marcantonio
OPPEANO: Furieri, El Assali (dal 19’st Micheletti L), Mori, Rizzioli, Varga, Zanetti, Acerbi (dal 1’st Spagnolo), Curea (dal 19’st Saturnini), Sedda, Ferrari, Tirotta. A disposizione Micheletti A, Lerose, Sassi, Barone
Allenatore: Giovanni Bongiovanni
Terna Arbitrale: Ahmed Iaqdime, Valentino Locatelli, Massimo Ferrari
Ammoniti: Mori (O), Tirotta (O)
Note: recupero 3’pt e 3’st. Pomeriggio assolato temperatura di circa 31°c, campo sintetico in discrete condizioni. Bovolone in divisa rosso nera, Oppeano in divisa bianca
La fama che precede la formazione dell’Oppeano è spesso foriera di cattivi presagi. Gli avversari si presentano sempre timorosi nei confronti di quella che viene considerata, dagli addetti ai lavori, una squadra ben attrezzata e pronta per gli alti livelli del calcio giovanile. La realtà è ben diversa. Formazione a trazione alterna, quella bianco rossa, che offre prestazioni di altissimo livello a giornate di nebbia totale. La finale di Coppa Sacchetti ha visto un timido Bovolone crescere di consapevolezza e con la grinta e l’unione tra giocatori conquistare un trofeo che sembrava un miraggio. La gara inizia con una prima fase di studio tra le squadre. I ragazzi di mister Bongiovanni sono lenti nella manovra e frenetici nel cercare il tiro verso la porta avversaria. I giovanissimi di mister Olivieri hanno Rossi, dietro le punte, una partita da regista di altri tempi, distribuisce palle preziose e spinge al centro cercando l’imbucata.
L’Oppeano scende spesso in avanscoperta verso l’area piccola ma è il Bovolone a rendersi più pericoloso. Zanoncello trova varchi sulla fascia destra e serve Di Conza che centralmente si presenta davanti a Furieri al 15’pt e al 33’pt mancando di poco lo specchio della porta. L’Oppeano trova una unica azione corale che, spaventa per intensità ma sarà la sola dell’incontro. Sedda imposta da centrocampo, fa correre Tirotta che coinvolge Ferrari e Mori, la difesa del Bovolone si chiude davanti al proprio portiere, la linea d’attacco bianco rossa non riesce a bucarla, Acerbi è l’ultimo a provare il tiro, palla sopra la traversa. Mister Olivieri chiede ai suoi di insistere e di cercare la velocità. Al 35’pt è ancora Zanoncello che sfrutta il contropiede, trova una prateria e Furieri è costretto ad uscire per cercare di anticipare la veloce ala rosso nera. Il pallonetto è perfetto, palla che rimbalza sulla linea della porta e uno a zero per il Bovolone. Gioco, partita, incontro, si direbbe in termini tennistici. Fine primo tempo, tutti negli spogliatoi a cercare refrigerio.
La prima frazione di gioco termina con ampi sorrisi e un gol di vantaggio per i ragazzi in rosso nero. Ai ragazzi di Bongiovanni servono, invece: idee, grinta, gioco, modulo efficace, motivazione, doti perse in un anno di insuccessi. Spettatori in cerca di riparo assiepano le gradinate sfruttando tutta la parte ombreggiata che si muove con il degradare del sole creando un movimento di pubblico insolito.
Riparte il secondo tempo sotto lo sguardo attento della preparata terna arbitrale della sezione di Legnago. I giovani di mister Olivieri sfruttano l’entusiasmo e cercano ancora il movimento con Zanoncello e Di Conza che cerca la porta con poca precisione. Dall’altro lato Sedda prova il contropiede ma davanti alla porta manda alto per un nulla di fatto. I giovanissimi di Bongiovanni trovano azioni singole e non riescono ad esprimere la forza del gioco di squadra che contraddistingue questa formazione da sempre. Mori è l’ultimo ad arrendersi e si fa pericoloso più volte usando l’arma dello scatto dove esprime il suo massimo wattaggio. Girandola di cambi per entrambe le formazioni, si cercano sostituzioni tattiche per l’Oppeano e innesti per limitare i cali di prestazione dovuti al primo caldo intenso per il Bovolone. Simondi, appena entrato per l’esausto Di Conza, dimostra intuito e grinta e si presenta subito a tu per tu con Furieri che gli para, miracolosamente, per due volte l’occasione per il raddoppio. Sul finire del tempo regolamentare è ancora Mori che si fa respingere un bel tiro in angolo e sulla battuta dello stesso colpisce il palo, esternamente, nessuno dei suoi compagni riesce a sfruttare il rimbalzo, palla che si perde a lato. Lacrime a profusione, che non aiuteranno la crescita dell’erba artificiale, al triplice fischio per i giocatori dell’Oppeano che mancano ancora una volta l’appuntamento con la vittoria.
Incredulità tra il pubblico del Bovolone che srotola le bandiere, tenute, scaramanticamente, nascoste in attesa di una meritata esultanza. Consapevolezza di aver ottenuto un grande risultato tra il team del Bovolone, accompagnato dal presidente, Freddo, che si presta a scattare fotografie ricordo da appendere in bacheca per coronare un anno di competizioni per i suoi ragazzi 2010. Coppa in alto, per il Bovolone e giusto trionfo con i complimenti della famiglia Sacchetti, presente all’evento, contornato dalle giuste parole di elogio del delegato Figc di Verona Marco Bellotti.

Enrico Spagnolo, nato a Negrar di Valpolicella. Imparo a scrivere come inviato del giornale L’Arena di Verona e poi una bella esperienza con la TV di Telearena con direttore Gustavo Franchetto. Ho dedicato la mia vita lavorativa alla produzione dell’ acciaio coltivando sempre l’ amore per la scrittura e la lettura. Ora ho ripreso a scrivere per informare e per migliorare il mio stile sotto la sapiente mano del direttore Giurgevich.
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