Intervista
di Francesco Giurgevich

La personalità di chi è nato sotto l’influsso della Bilancia è simpatica, attraente, interessante, con uno sviluppato senso dell’equilibrio perchè possiede un carattere che rende arbitri del proprio destino. Ho detto arbitro? Si perchè stiamo parlando di Claudio Fidilio, presidente della delegazione Aia di Verona, nato a Vittoria (ra) il 7 ototbre del 1953; l’ascendente Sagittario gli conferisce ottimismo e coraggio per sperimentare. cose nuove per progetti ambiziosi.
Dopo un breve tirocinio come calciatore (difensore centrale) arriva all’Aia di Verona nel 1977 con presidente Tarcisio De Battisti; arbitra fino alla serie D poi gli dicono che essendo “pelatino” non era adatto per continuare: non erano ancora i tempi di Pierluigi Collina, pelato per eccellenza, che comunque Fidilio assiste in una gara di serie C prima di fare il 4° uomo anche in serie A.
«di Collina ho un ricordo esemplare, prima della gara si leggeva e imparava a memoria i nomi perchè in campo non voleva chiamarli col numero di maglia; sembra incredibile ma era proprio così, in 5 minuti imparava i nomi della distinta e faceva il ripasso con noi assistenti. Un grande personaggio che ha meritato la finale mondiale.»
A Verona dopo aver fatto 8 anni di Vice Presidente, ha assunto il comando nel nel 2020 e si prepara alle nuove elezioni, col desiderio di continuare.
Ha dato la “sveglia” ad una Delegazione impigrita sul piano della comunicazione e i risultati non si sono fatti attendere con numerose adesioni ai Corsi di Aspiranti arbitri.
«…nonostante il Covid che ci ha costretti a tristissime sessioni on line, la partecipazione è stata comunque accettabile senza subire perdite e adesso stiamo recuperando il tempo perduto con iniziative di reclitamento.»
Riforma Sportiva? da cartellino rosso, dice Fidilio: «troppa burocrazia che penalizza chi si da fare per il calcio; il rimborso spese non piò essere considerato reddito.»
Ci sarebbe da raccontare ben oltre di un Presidente che gestisce 170 gare per week-end per oltre 6000 gare all’anno; cosa vogliamo dire ai giovani arbitri ad inizio carriera?
«…raccomando serietà, impegno costante e tenere alto il livello delle motivazioni personali, così dev’essere un arbitro, in campo e nella vita.»

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