Discipline aeree, sport da scoprire.
di Giuditta Campagnari.

Non sembrerebbe uno sport; volteggiare a tre metri di altezza con abilità e agilità, sfidando leggi di gravità e rischio di cadute, aggrappandosi leggeri a cerchi di metallo, a pali e a liane di tessuto per sottoporsi al giudizio severo di una giuria è una disciplina sportiva per la quale allenamento, passione e costanza sono prerogative fondamentali per emergere.
Chi assiste avrà in regalo un brivido adrenalinico e dovrà subire il fascino innocente di chi lo pratica.
Ecco la presentazione passionale di Discipline Aeree, raccontate da Giuditta Campagnari; c’è da crederle, nelle foto di copertina è proprio lei. R.G.

Dimenticate cabine di pilotaggio, uscite di sicurezza, atterraggi e decolli, gli unici aerei che prenderete saranno quelli per accompagnare i vostri figli ai campionati di Discipline Aeree.
Fra non molto diventerà sport riconosciuto dal Coni.

Immaginatevi invece l’impalpabile leggerezza dell’aria, la solidità del metallo e la duttilità del tessuto.
Cerchio, tessuti, palo, cubo, lampadario, cinghie, trapezio, palo volante, lollipop e spirale sono solo alcuni delle specialità su cui praticare discipline aeree.
Non è un caso se questa realtà, ancora di nicchia, viene definita con il termine “discipline” ; si perché proprio la disciplina è uno degli elementi fondamentali per poterla praticare.
Concentrazione, forza , grazia, flessibilità e, appunto, disciplina sono richiesti ed insegnati sin dal primo approccio agli attrezzi di “lavoro”.  E se vi state chiedendo perché “aeree” la risposta è proprio quella che avete immaginato: ognuno di questi attrezzi è sospeso in aria, dai due metri a salire.

Questa attività, sia maschile che femminile, prende ispirazione da pratiche circensi e vede gli atleti impegnati in acrobazie, contorsioni e cadute al fine di creare combinazioni armoniose e spettacolari.
Come tutte le forme d’arte (di sport) richiede presenza sia fisica che psichica costante al fine di poter sviluppare la necessaria connessione fra equilibrio fisico ed equilibrio mentale, necessari all’atleta per poter competere.

È una disciplina che forma l’allievo come individuo e lo spinge a sfidare le proprie capacità e a valere sull’avversario, dosando orgoglio e giusta competitività, che allo stesso modo, forgiano lo spirito di squadra e la fiducia reciproca.  Tutti questi attrezzi, infatti, vedono la possibilità di essere eseguiti come singoli oppure in coppia o anche in trio.
Il desiderio di volare, la libertà espressa dall’aria e lo sfidare la forza di gravità, esercitano da sempre un particolare potere attrattivo, forse strettamente collegato al fascino del pericolo che queste altezze implicano.
Certo nessuno si sognerebbe mai di abbandonare la propria figlia o figlio a tre metri di altezza alla prima lezione, l’approccio sarà sempre graduale: prima di sfidare “la vetta” sugli attrezzi, il loro fisico sarà plasmato a terra fino a quando, parafrasando De Amicis “avrà la flessibilità di una bambina e il più bel braccio che si sia mai visto sotto il sole” e sarà quindi pronto per volteggiare in aria.

Preparatevi dunque a vedere i vostri figli piroettare sospesi in aria, sul loro attrezzo preferito concentrati nel non cadere ed impegnati a camuffare lo sforzo enorme richiesto con la grazie di un ballerino.
Non sono allenamenti semplici, sono rigidi i protocolli tecnici di gara e severe le norme d’abbigliamento, il ritmo nelle preparazioni atletiche è sostenuto,  l’impegno richiesto è notevole.
I genitori agli allenamenti non sono quasi mai ammessi,(a meno che non decidano di praticare loro stessi tale disciplina, dato che non esistono limiti di età per farlo) ma fidatevi, prima o poi potrete ammirare, con brivido di orgoglio, il vostro ragazzo più in alto di quanto mai avreste potuto immaginare, per sfidare con arte le leggi di gravità.

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