Intervista
Alberto Zanolli
di Claudio Ferrari
Alberto Zanolli, neo direttore sportivo del settore giovanile G.S.D. Ambrosiana alla prima importante esperienza dirigenziale in una delle società calcistiche più longeve e note della provincia di Verona; è nato a Peschiera d/G l’ 11/02/89 ed è padre di 4 figli.
Quattro figli ? Alberto, immagino che tu abbia anche un lavoro e una compagna; come fai a trovare il tempo per conciliare gli impegni lavorativi, familiari e calcistici? Qual è il segreto?
«Il segreto è semplicemente la passione, la gioia che provo occupandomi di calcio e che mi spinge a recarmi al campo, dopo il lavoro. Questo sport, insieme alla mia famiglia è una parte fondamentale della mia vita, fin da bambino, non ricordo un anno vissuto senza pallone.»
Questo grande attaccamento che si percepisce dalle tue parole è condiviso in famiglia o semplicemente non hanno avuto altra scelta per poterti “sopportare” e supportare?
Alberto racconta che i figli, tutti maschi, giocano a calcio (almeno quelli in età per farlo) e quindi evidentemente è riuscito a trasmettere loro la sua stessa passione, così come alla sua compagna di vita Paola, un tempo ignara di cosa fosse un rigore o calcio d’angolo, e che ora potrebbe ben spiegare il fuorigioco, ritrovandosi, ormai da tempo, sempre sui campi da gioco, prima come spettatrice di Alberto ed ora dei figli.
Dopo aver conosciuto un po’ qualche aspetto familiare, veniamo alla tua esperienza da giocatore, cominciando dalla fine. Quando hai smesso di giocare?
« La voce si fa subito più seria: ”purtroppo l’anno scorso. Una scelta obbligata. E’ arrivato il signore con il camice bianco e mi ha riferito che entrambe le ginocchia erano compromesse per problemi di cartilagine ed il rischio poteva essere quello di non fare più nemmeno una serena camminata in montagna, se non mi fossi operato. Fine dei giochi.»
Nella voce il rammarico di chi aveva ancora tanta voglia di correre sui campi, ma rimane la consapevolezza di aver giocato bene fino ai 34 anni e senza infortuni gravi, che talvolta precludono molto prima la carriera di tanti calciatori.
Diverse le compagini in cui ha militato, le nominiamo tutte: Ambrosiana, Rivoli, Garda, Valeggio, Pastrengo, Peschiera, Consolini, Calmasino, Lugagnano e Baldo Junior Team.
Gli chiedo se tra queste, guardando a ritroso nel tempo, ne può citare una alla quale è rimasto più legato.
Non vuole rispondere frettolosamente Alberto e non per essere “politically correct” ma semplicemente ci spiega di non avere alcun rimpianto per le scelte fatte; ogni squadra, ogni annata, ogni gruppo gli ha regalato ricordi ed emozioni che porta nel cuore.
A livello personale menziona con giusto orgoglio le 25 presenze a Calmasino con 21 goal, così come la scelta consapevole di aver rifiutato offerte in categorie più impegnative per dedicarsi alla famiglia.
Ci sono dei momenti in cui assisti alla partita e la “gambetta” inizia a muoversi, quasi avessi ancora tu la palla tra i piedi?
« Momenti?” esclama Alberto. “Praticamente ad ogni partita ed anche allenamento, mi sembra di accompagnare l’azione e faccio come per calciare in porta ancor prima del giocatore che sto osservando.»
Alberto uomo e padre di famiglia, Alberto calciatore ed ora Alberto ds al primo incarico così importante a livello dirigenziale. Quanta emozione, quanta responsabilità e quale ambiente hai trovato all’Ambrosiana?
« Responsabilità esagerata. Sono in una delle società più importanti e conosciute del panorama veronese e questo significa dedicare molto tempo, energia e pensieri a questo impegno. Se da calciatore, al triplice fischio, era possibile staccare la spina, ora da direttore sportivo non si stacca mai davvero, o almeno io non riesco, perché la programmazione, le scelte e l’organizzazione continuano anche fuori dal campo.
Ciò nonostante l’emozione che provo è di pura contentezza e di questo devo ringraziare la società tutta, che mi ha accolto da subito come in una famiglia, dal presidente Gigi, al figlio Francesco, dal ds della prima squadra Mattia Bergamaschi, allo storico segretario Tridi e naturalmente Carlassara che mi ha preceduto in questo ruolo e che ora si occupa della parte scouting.»
Si può dire che il tuo arrivo rappresenta l’inizio di un nuovo ciclo?
« Credo che sia un anno zero, c’è fiducia da entrambe le parti e la certezza di dare il massimo impegno. I risultati si vedranno nel tempo, ma le intenzioni sono di dare nuova linfa a tutto il settore giovanile di questa storica società.»
Obiettivi nell’immediato?
« Ho riproposto e realizzato il ritiro prestagione che mancava da tempo. Sto lavorando per portare le telecamere Veo e vorrei rappresentare un riferimento ed un collante tra le famiglie, giocatori e la società ma ciò a cui tengo maggiormente e a cui voglio dedicare la massima attenzione è la crescita dei ragazzi.
Desidero metterli nelle migliori condizioni possibili per poter esprimere tutto il loro potenziale.
Mi piace stare al campo per respirare le loro stesse sensazioni, capire se c’è qualche difficoltà, che sia di tipo tecnico, tattica, fisica o mentale perchè voglio poter essere in grado di aiutarli se necessario.
Questo è il mio obiettivo principale e se i ragazzi sapranno esprimere il proprio meglio, allora saprò di aver fatto bene e di averli aiutati nel loro percorso calcistico»
Se puoi sbilanciarti, dovendo puntare un euro sulla vittoria del campionato su quale categoria punteresti?
« Ne punto due sull’annata 2009 (campionato regionale U15) sperando, così dicendo, di non mettere pressione alcuna sul mister Simone Campagnari e sui ragazzi, ma è innegabile che la squadra sia completa in ogni reparto e può davvero far bene.»
C’è, al contrario, un’annata che potrebbe farti venire qualche capello bianco?
« Premesso che se un giocatore si trova all’ Ambrosiana significa che ha delle potenzialità, va detto che abbiamo l’unica squadra èlite che gioca sotto età con gli allievi. L’unica perché altre realtà hanno 1 o 2 giocatori in rosa del 2008, mentre noi ne contiamo più di 10; giocatori selezionati ma che comunque affrontano una categoria importantissima con un anno in meno e nell’arco della stagione potrebbero fare fatica. Se perciò da un lato l’obiettivo più realistico di questo gruppo misto 2007-08 sia la salvezza, d’altro canto sono certo che per i ragazzi sarà un anno di grande crescita ed esperienza, anche in prospettiva futura.»
La Under 7 è affidata a mister Alessandro Vecchione, già dirigente-responsabile da qualche anno all’Ambrosiana e conosciuto ex calciatore, che ha giocato per più anni in serie D, anche coi diavoli ambrogini nelle annate tra il 2016 e il 2018.
« Di Alessandro ne conoscevo la fama, perché non devo certo dire io che giocatore sia stato, ma non lo conoscevo personalmente. Da quando sono qui, mi confronto spesso con lui. Alessandro è una persona che parla e “mangia” il mio stesso tipo di calcio ed oltre ad essere stato un ottimo giocatore, ho scoperto essere anche una gran persona.»
Dedica speciale, alla compagna, di professione parrucchiera:
«ho accettato l’incarico pochissimi mesi fa, quasi contemporaneamente alla nascita del quarto figlio Noah Valter e se riesco a dividermi tra campo, famiglia e lavoro è solo grazie alla mia compagna Paola, che fatica quanto e più di me per darmi la possibilità di continuare a dedicarmi al calcio. Grazie Paola.»
Claudio Ferrari è praticante giornalista e segue le cronache del Calcio giovanile scrivendo per Giovanisport.
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