Juniores Regionale A. Intervista a Paolo Manzato, allenatore Academy PescantinaSettimo.
di Giacomo Mozzo
Una squadra nuova e piena di entusiasmo. Inesperta, ma che mostra continui progressi. Ancora alla ricerca della prima vittoria in stagione, ma uscita sempre a testa alta dal campo. È questo l’Academy PescantinaSettimo di Paolo Manzato, che proprio all’ultima partita prima del nuovo stop causato dalla pandemia aveva trovato uno splendido e preziosissimo pareggio contro il Real GrezzanaLugo, una delle favorite del Girone A del campionato Juniores Regionale.
Manzato si mostra fiero dei suoi ragazzi, che hanno sempre cercato di mettere in pratica un buon calcio, di proporre una valida idea di gioco. Una squadra che probabilmente ha raccolto meno di quanto meritato. Dopo un avvio incoraggiante, l’Academy ha conosciuto la prima sconfitta soltanto a tavolino, in seguito al pareggio a reti bianche contro il Lugagnano. Una sanzione dovuta ad un problema burocratico, legato al tesseramento di un atleta. Da lì una piccola flessione, culminata con le sconfitte contro Alpo Lepanto e Bussolengo, per poi tornare a convincere sul campo del Real GrezzanaLugo.
«Il bilancio di inizio stagione è positivo» esordisce Manzato «con una squadra allestita all’ultimo momento, che però ha fornito subito delle ottime risposte. Nonostante le difficoltà nel formare la rosa, la scelta è caduta su elementi affidabili: le prime partite sono state complicate, necessarie per un assestamento, con i ragazzi che dovevano ancora conoscersi bene ed amalgamarsi e io stesso che dovevo conoscere il valore degli elementi a mia disposizione. Però, grazie alla buona volontà dei ragazzi e alla loro disponibilità, e alla loro voglia di unirsi e fare gruppo, i progressi si sono visti rapidamente. Io ho fatto del mio meglio per trasmettere i concetti e i principi di gioco. E il risultato di questo processo di crescita è stata l’ottima partita disputata contro il Grezzana, all’ultima giornata disputata prima dello stop (pareggio 2-2 dopo essersi portati per due volte in vantaggio, ndr). Una prestazione molto convincente e molto incoraggiante in vista del futuro».
E il Mister, poi, mostra un pizzico di rammarico sul fatto che lo stop sia arrivato proprio in quel momento: «Dispiace perché stavamo cominciando a trovare una quadratura a livello di collettivo, e anche dal punto di vista morale, della convinzione, della consapevolezza nei propri mezzi. Era un momento favorevole e lo stop non ci voleva».
La classifica, dunque, va letta al di là dei numeri, scendendo nelle pieghe delle prestazioni offerte: «Questa squadra avrebbe meritato la prima vittoria in stagione, e sono anche convinto che nel breve termine sarebbe stata una logica conseguenza. Stavamo migliorando moltissimo e prendendo le misure ad un campionato difficile, dai valori tecnici di tutto rispetto».
Un percorso di crescita reso più complicato anche da quel problema burocratico, costato alla fine due punti in classifica (il punto guadagnato sul campo e poi perso, a cui aggiungere un ulteriore punto di penalizzazione ricevuto, ndr), però Manzato sostiene che la sua squadra non ne ha risentito: «La squadra aveva il problema di concretizzare la grande mole di gioco prodotta, un aspetto indipendente da un paio di punti di differenza in classifica. E la successiva sconfitta contro l’Alpo, l’unica partita in cui forse non ho recriminazioni da fare, non la collegherei a quell’aspetto “burocratico”. Rimane solo il dispiacere per un punto meritatamente guadagnato sul campo e poi perso, a cui si aggiunge la penalizzazione. Ma lo stato d’animo era quello di una squadra all’inizio, ancora in fase di costruzione, che stava facendo progressi e che avrebbe potuto togliersi delle soddisfazioni».
Poi, invece, il problema principale è diventato quello di affrontare una sosta forzata, con l’impegno di mantenere la forma fisica e mentale a livelli accettabili: «Da questo punto di vista la società è stata perfetta, dimostrando di essere molto seria, professionale, organizzata. Abbiamo dato subito un programma da seguire ai ragazzi, cercando di fare in modo che lo rispettassero. Un lavoro individuale specifico, non essendo permesso lavorare in gruppo o col pallone. E sono davvero soddisfatto della risposta ricevuta dai giocatori. Mi hanno dimostrato grande maturità». E sulla possibilità di un’eventuale ripresa, purtroppo, non filtra grande ottimismo: «Le voci che circolano non sono molto incoraggianti. Cerchiamo tutti di vedere la cose con positività e fiducia, sperando che i contagi continuino a calare e che presto si possa entrare in zona gialla. Speriamo insomma che lo scenario possa migliorare e si possa tornare a giocare, i ragazzi lo meriterebbero. Ed è anche un nostro compito trasmettere loro ottimismo e speranza».
è nato a Verona il 6 luglio 1989. Laureato in Economia, si lascia trascinare spesso e volentieri dalla passione viscerale per lo sport, in particolare quello giovanile. Scrive di Hellas Verona per “Tuttohellasverona.it” ed “Heraldo” raccontando storie di sport, mentre con “Mondo Primavera” si invaghisce di giovani talenti. Le prossime storie saranno per GiovaniSport, testata giornalistica che l’Autore ha scelto per conseguire il tesserino di Giornalista Pubblicista.
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